…i NO che aiutano a crescere
E ogni tanto (a dire il vero è successo per la prima volta) si arriva a quel punto per il quale vale la pena interrompere il gioco, sospendere la partita, fermarsi a riflette e capire le dinamiche che hanno portato al punto di rottura. Si perché di rottura si parla quando un rapporto tra persone (tra professionista e cliente suona troppo freddo), iniziato su di una base di fiducia reciproca, si è evoluto , trasformato e malauguratamente degenerato a tal punto da non riuscire più a sostenerlo e per questo a non riuscire più a vedere altra soluzione che quella di andarsene, abbandonare il campo, interrompere i rapporti appunto.
Un “NO, basta!” che arriva da noi, comunicato per iscritto ,raccomandato via posta, nel peggiore dei modi, ma che pesa, pesa perché porta ad un esame di coscienza profondo sui temi a cui tanto teniamo: dare un buon servizio, fornire buone idee, supportare un processo. E ancora, un NO che segna un confine, che definisce un limite, scolpisce una forma e una dignità, di persona prima e di professionista poi, oltre ai quali non è possibile scendere.
Un NO che vuole ribadire che quanto di male possa essere detto nei nostri confronti , in realtà parla di che ha pronunciato le parole, di chi le ha usate e non, come invece si voleva far presumere, di un servizio dato meno bene di quello che ci si aspettava.
Sappiamo che è un NO che ci aiuterà a crescere…