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Cartongesso

Come di fronte ad un’opera d’arte, riprendendo il discorso del pezzo precedente, così dopo la lettura di questo primo romanzo di F.Maino per giorni non sono riuscito ad adattarlo in uno schema mentale riconoscibile che in qualche maniera lo addomesticasse o meglio lo decodificasse arrivando a provare finalmente poi quella sensazione che si ha quanto d’improvviso si trova la soluzione ad un problema ancora non risolto o ci balena in testa l’idea giusta per un progetto.

Questa amara sensazione persiste, e credo non se ne andrà, perché in qualche forma il personaggio descritto questa volta si sovrappone per alcune caratteristiche al sottoscritto, se non altro perché si parla del territorio che conosco bene , di aneddoti capitati e visti più volte e purtroppo di una fotografia dell’ intorno che appare nitida ai miei occhi. Diciamo che la sensazione è quella che l’autore raccontando il personaggio protagonista abbia fatto “tana” a molti che come me purtroppo e sicuramente in forma più o meno incosciente si ritrovano ad essere “protagonisti deboli” dello stato di fatto delle cose e dell’evoluzione che lo hanno portato a come oggi ci si presenta davanti. Il bicchiere si può vedere come sempre mezzo pieno o mezzo vuoto, e lo schierarsi da una parte o dall’altra(accezione negativa o positiva degli eventi) nell’analisi dell’evoluzione di un luogo e degli abitanti che lo abitano potrebbe portare a valutazioni e giudizi a volte quasi diametralmente opposti in sostanza facce diverse della stessa moneta.

Mi viene da propendere , perché amo giocare a carte scoperte, in questo specifico caso soprattutto, per amore della terra in cui vivo, più per l’accezione negativa che ha portato ad un progresso involutivo sia del paesaggio che dei paesani, tant’è che quest’ultima frase potrebbe anche leggersi: quanto avrei voluto, quanto non ho fatto, quanto avrei potuto fare perché tutto ciò non andasse così o perlomeno andasse un po’ meno peggio di com’è andata.

Ecco così stanno le cose. Avere a disposizione o costruirsi delle chiavi di lettura del paesaggio, dell’architettura che ci circonda, delle persone, dei luoghi e amaramente poi comprendere che questi potrebbero essere infinitamente migliori e che tu pur impegnandoti su molti fronti , stai facendo poco o nulla oppure avresti potuto fare di più e meglio .

Uff! …che tristezza! Una mia amica mi suggerisce che dimenarsi troppo non giova. Meglio stare calmi, fare passi indietro, consumare poco e consapevolmente , amare tutto e dimostrare amorea a tutti senza pregiudizi. Solo così si potrà raggiungere un punto “0” sul quale posare una nuova visione futura delle cose, sincera obbiettiva e perché no, umile.

Forse ha ragione. L’assuefazione al “posticcio” al “provvisorio” alle “abbondanze”, unito al fatto che siamo pieni di cose che sembrano altre: pavimento in resina ” effetto marmo” cibi “al gusto di…” ,architetture “in stile…” credo rappresentino una perdita immensa di elementi base che concorrono a formare dei pensieri concreti, reali, misurati e senza i quali nulla di buono si può pretendere su ciò che accade o accadrà.

CARTONGESSO , ed. Einaudi 2014 di F.Maino.

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